L’Operetta: Suppè e la Kapp Young

 

 

Arrivati in terra magiara, non potevamo mancare, attraversando l'antica Pannonia, oltrepassata la città di Budapest, arrivati al Tibisco, di incontrare la "Puszta", cuore ed amore di tutta la musica ungherese…

 

L'anima di Liszt ci presenta in tutta la sua fantasmagorica presenza.

 

 

Si odono nella lontananza le czardes, le horas  e tutto quel meraviglioso folklore zigano che da sempre ha rappresentato le brume, i piccoli voli delle oche e le scapigliate corse di cavalli in quelle pianure dove, oggi ancora la gigantesca figura di Ferenc "Il magiaro" troneggia indiscussa…

 

 

Ci pare quasi di udire nell'aria umida del mattino, le note solenni della più famosa rapsodia ungherese, quando, nella tonalità severa del do diesis minore, ci fa addentrare in quel cosmo lisztiano per condurci con veloci salti di note pianistiche verso quei finali che sanno di crescendo in una forza ritmica quasi unica…tali da far impallidire qualsiasi pianista virtuoso.

Ancora oggi, il compositore di Raiding ci affascina pere la sua vita così avventurosa, piena di sfide, di amori, di slanci generosi verso gli altri musicisti, bisognosi della sua influenza, per la propria carriera nella vita musicale di allora.

Liszt fu anche un compositore del "futuro", colui che cominciò a comporre pezzi che neppure il grande Wagner riuscì a comprendere, ma che il grande Franz osò lanciare nell'universo delle note, come se la sua "bagatelle sans tonalitè", fosse un seme nel campo arato della musica successiva...

 

LISZT, il Paganini del pianoforte, il romantico, il mistico, l'abate; tutto questo era Liszt,forse il più generoso di tutti i musicisti, colui che dava ad altri la forza di continuare a comporre, quello che inventò il poema sinfonico, il grande compositore di oratori quasi scenici,  forse il più grande pianista di tutti i tempi.

La posizione di Liszt nel mondo della musica è, per così dire, molto centrale, dalla quale si irradiano tutte le prospettive dinamiche e future legate allo strumento del pianoforte, nonché tutte le rielaborazioni orchestrali più famose per detto strumento.

Quando parliamo del Ferenc ungherese, non possiamo dimenticare di accostarlo al grande Wagner, perché, quasi un intreccio di predestinazione musicale, legò fino alla fine dell'esistenza il nome del magiaro al compositore di Lipsia.

Presento, qui sotto, oltre alla sua bella fotografia, oltre ai canti polacchi di Chopin, due trascrizioni per pianoforte, ricavate da due celeberrime opere wagneriane, il Tannhauser ed il Lohengrin :

 

 (From Author’s private collection)

 

O du mein holder Abendstern " Aus Tannhauser"

 

 (From Author’s private collection)

 

 

Prima edizione  edita dalla Fr.Kristner  di Lipsia

 

e

 

Zwei Stucke

 

 (From Author’s private collection)

 

Solo la parte n.1, quella relativa al Tannhauser

 

 

"Einzug der Gaste auf Wartburg"

 

Nella storia della musica, è considerato, nei confronti del più famoso compositore polacco, Frederick Chopin, come un grande amico e soccorritore in tutti i sensi, al punto di accostarli, entrambi, quale simbolo di due pianisti simili, ma diversi nella loro ispirazione.

Questo spartito, dei canti polacchi, o polonnaise, ce li fa accomunare nei sentimenti popolari delle rispettive aspirazioni nazionali, dove il patriottismo ed il senso di lontananza dalla propria patria, li avvicinò spesso nella loro  vena ispirata…

 

 

6 Chants polonais op.74  de Fr. Chopin

 

 (From Author’s private collection)

 

Berlin, editore Schlesinger

 

 

 

Prima di salutare il grande pianista di Raiding, cito, dalla mia collezione, ancora una prima edizione Lisztiana :

 

AM STILLEN HERD

 

 (From Author’s private collection)

 

Lied aus Richard Wagner's

 

MEISTERSINGER

 

Trascrizione per pianoforte

 

Berlin, T. TRAUTWEIN

 

Un veloce richiamo al Lehar operettista con la visione di un suo spartito:

  

DIE IDEALE GATTIN

 

 (From Author’s private collection)

 

Wenn meine gattin so kussen konnt !

 

Ediz. L.Doblinger   Leipzig

 

 

E, con una copertina ricca, colma di rinascimentale coloratura:

 

LA VEUVE JOYEUSE

 

 (From Author’s private collection)

 

Qualche pezzo dalla, forse, più celebre operetta del mondo, trascritta per pianoforte

 

 

Un pensiero veloce, al compositore ungherese Kéler Béla . grande musicista dalla vena puramente magiara, la cui musica arricchisce il repertorio lisztiano, del quale presentiamo lo spartito:

 

RAKOCZY-OUVERTURE

 

OP 76

 

 (From Author’s private collection)

 

EDIZ.   ANTON J.BENIAMIN   HAMBURG

 

La vita di Kéler Béla va dal 1820 fino al 1882, in pratica contemporanea a quella di Liszt

 

 

Prima ancora di spostarci da questa area del centro Europa, sono a presentare una o, forse, la prima edizione della famosa rapsodia ungherese in do diesis minore, quella musica sorta a simbolo di tutta la nazione magiara.

 

 (From Author’s private collection)

 

In questa rapsodia, oltre ai richiami tzigani e della "Puszta", dopo il famoso e mesto "lassan", abbiamo la vivace "friska", che ci conduce in un carosello di musica sfrenata verso un riposo prefinale per terminare nel trionfale termine del brano.

 

 

 

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carlolamberti@albabarozzi.it